Ricordate Squalo? Il personaggio della saga di James Bond con i denti d’acciaio? L’effetto dei restauri dentali del passato era esteticamente molto simile alla dentatura di quel bruto personaggio. Il materiale più usato per le otturazioni era, infatti, l’amalgama d’argento. Queste otturazioni, proprio per il colore, erano anche definite otturazioni in piombo o piombature, nonostante la totale assenza di piombo all’interno della lega. In realtà il materiale, chiamato comunemente amalgama, era costituito da una lega metallica di argento, stagno, mercurio, rame e presentava una elevata resistenza meccanica. Ai giorni d’oggi questa soluzione è stata quasi definitivamente abbandonata per lasciare spazio a materiali che garantiscono un risultato estetico decisamente migliore e accettabile per il paziente, ovvero le cosiddette otturazioni bianche.
Cos’è l’otturazione?
L’otturazione è una procedura eseguita dal dentista per ripristinare la funzionalità e la forma di un dente compromesso/danneggiato da una carie. Rientra in quelle pratiche dell’odontoiatria definita “conservativa” proprio perché il dente viene mantenuto nella sua sede originaria e riparato, evitando così l’estrazione. L’otturazione dentale ha una duplice funzione: di ripristino (struttura, morfologia e integrità), ma anche di prevenzione; sigillando con il materiale apposito gli spazi in cui possono penetrare i batteri, evita infatti il formarsi di nuove carie. Prima di procedere con l’otturazione però il dentista dovrà rimuovere accuratamente il tessuto “malato” e pulire l’area del dente “contaminata”. Successivamente potrà riempire, ovvero “chiudere” la cavità pulita con il materiale scelto per l’otturazione.
Perché evitare l’amalgama?
L’utilizzo dell’amalgama, soprattutto per la presenza di mercurio all’interno della composizione, è stato oggetto di numerosi e lunghi dibattiti nell’ambiente scientifico. Da un lato, è indubbiamente vero che questo metallo pesante può essere correlato all’insorgenza di determinate patologie sistemiche, dall’altro non esistono evidenze scientifiche che dimostrino la correlazione tra il mercurio contenuto nelle otturazioni in amalgama e l’insorgenza di tali patologie. Sta di fatto che i Paesi Scandinavi (Norvegia, Finlandia e Svezia), a fine anni Novanta, hanno deciso di vietare l’uso di tale materiale, prettamente per ragioni ecologiche (gli scarti di amalgama se gestiti erroneamente possono inquinare l’ambiente). La FDA – Food and Drugs Administration – ovvero l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici recentemente si è allineato con le decisioni prese dai Paesi Scandinavi citati. L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – invece sconsiglia l’uso dell’amalgama per motivi puramente precauzionali soprattutto in caso di gravidanza, allattamento, bambini al di sotto dei sei anni e pazienti nefropatici (che presentano malfunzionamento renale), immunodepressi o allergici. L’Italia, in assenza di dati scientifici definitivi, ha deciso di seguire le indicazioni dell’OMS e infatti, già nel 2016, solo il 4,6% delle otturazioni venivano realizzate con amalgama.
I diversi tipi di otturazione
La ricerca negli ultimi anni ha permesso di ottenere importanti innovazioni in termini di materiali. Sono stati, infatti, sviluppati materiali su base resinosa biocompatibili e resistenti, ideali per sostituire l’amalgama. Generalmente sono più costosi rispetto a quest’ultima, ma il livello estetico che garantiscono è decisamente migliore poiché la loro colorazione bianca permette un miglior mimetismo. Inoltre, questi materiali possono essere “incollati” al dente senza dover preparare la cavità in maniera geometrica (preparazioni aggressive) come avviene necessariamente nel caso di restauro con amalgama. I materiali con cui il dente può essere riempito sono quindi differenti in termini di composizione, costo e durata nel tempo. Tra i più utilizzati:
- l’amalgama, come detto, è costituita da una lega metallica di argento, stagno, mercurio, rame. Per il suo tipico colore metallico è utilizzata soprattutto per le otturazioni dei denti posteriori, meno visibili. Molto utilizzata ancora in Paesi come l’Inghilterra e la Francia
- l’otturazione in oro è ben tollerata dai tessuti gengivali e ha una lunga durata nel tempo. Di contro presenta un costo di realizzazione molto elevato, come è facile immaginare
- l’otturazione in composito (resine) anche detta otturazione bianca, è esteticamente molto accettabile e rende possibile la scelta della cromia adattandola a quella dei denti naturali
- la ricostruzione in porcellana (intarsi), come nel caso del composito, dove la colorazione si avvicina a quella del dente e la lucentezza imita lo smalto dello stesso. Sono esteticamente molto belle, ma anche molto costose
Come avviene l’otturazione in composito?
Prima di procedere alla ricostruzione del dente con resine composite il dentista deve isolare con la diga di gomma il campo operatorio. La diga, infatti, serve ad evitare che la saliva comprometta l’efficacia dell’incollaggio della resina al dente stesso poiché gli adesivi sono estremamente sensibili all’umidità ed a proteggere il paziente dall’ingestione si sostanze irritanti. Dopo aver eliminato i tessuti lesi dalla carie, previa anestesia locale, si tratta il dente con un acido, così da renderlo microporoso e aumentare la superficie di adesione. Una volta applicato l’adesivo, il restauro in composito potrà incollarsi definitivamente al dente. L’utilizzo di una lampada con luce ad ultravioletti permette infine la perfetta solidificazione della resina composita.
Cosa fare delle vecchie amalgame?
Come detto la letteratura scientifica non ha, ad oggi, evidenze certe che dimostrino un legame fra patologie sistemiche e restauri dentali in amalgama. Le concentrazioni di mercurio liberate dai restauri in amalgama ben eseguiti non arrivano mai ad essere nocive per l’organismo. Attualmente non vi sono dunque indicazioni cliniche in merito alla sostituzione di restauri realizzati in amalgama per motivi di salute. I motivi che potrebbero spingere un paziente a voler sostituire l’amalgama con un’otturazione in composito sono di tipo estetico e “restaurativo”. Infatti, anche le otturazioni in amalgama, soprattutto se datate o non realizzate correttamente, potrebbero essere soggette a infiltrazioni dei margini, conseguente carie secondaria e devono pertanto essere sostituite. In questi casi, nel momento della rimozione, risulta indispensabile l’isolamento attraverso l’uso della diga di gomma per evitare l’aspirazione e/o l’ingestione del mercurio liberato.
Attenzione a non confondere le otturazioni con le sigillature, di cui parleremo in un prossimo articolo. La sigillatura, infatti, per quanto realizzata sempre con resine, è da considerarsi una misura preventiva, applicata in assenza di lesione cariosa. L’otturazione, invece, è una terapia curativa su denti che hanno già subito il processo carioso, a sottolineare, ancora una volta, quanto siano importanti la prevenzione e le visite di controllo periodiche dal proprio dentista di fiducia!?