“Aiuto, a mio figlio si è rotto un dente!”

Tuo figlio è tornato a casa con una frattura dentale o un dente completamente rotto? Quando si è bambini può capitare: una caduta dalla bicicletta o dai pattini, oppure un incidente giocando a pallone ne possono essere la causa. In ognuno di questi casi, anche dopo una caduta banale, è possibile che il dentino si spezzi, si sposti o annerisca. Tranquilli genitori! Nonostante i timori e il panico del momento, si tratta di situazioni risolvibili facendo ricorso al proprio dentista. Questo vale anche quando il dolore di tuo figlio è accentuato, specialmente se è rientrato a casa sanguinante a causa di un trauma che ha coinvolto bocca e denti. Per quanto sembri scontato, la prima cosa da fare è mantenere la calma, soprattutto per non spaventare i bambini.

Se invece vuoi sapere di più su un trauma dentale, possiamo dirti che un urto o un trauma possono provocare:

  • la rottura di una parte di dente;
  • l’avulsione, ovvero l’espulsione del dente dalla sua sede naturale;
  • una lussazione, lo spostamento del dente verso l’esterno o l’interno;
  • la frattura dell’osso attorno al dente.

Ogni situazione richiede un intervento diverso, allora come comportarsi?

Dente rotto: come comportarsi

Se la prima cosa da fare è quella di tranquillizzarsi, la seconda è senz’altro tranquillizzare il bambino.

Nel frattempo, bisogna controllare la presenza di eventuali ferite, ispezionare il cavo orale ed eventualmente, recuperare il dente o il frammento dalla bocca del bambino (per evitare che possa ingerirlo) o raccoglierlo da terra per poterlo reimpiantare, ovvero reinserire nell’osso o rincollare, ovvero riattaccare alla porzione di dente rimasta nell’osso. Dopo aver sciacquato la bocca, risulta utile applicare del ghiaccio per alleviare il dolore o il fastidio. In caso di sanguinamento si può tamponare con una garza. Spesso è possibile rincollare  il frammento al dente. Ecco perché dopo averlo recuperato occorre sciacquarlo sotto l’acqua e conservarlo nel latte (per non farlo disidratare) o in soluzione fisiologica. Senza perdere altro tempo, va poi chiamato l’odontoiatra pediatrico o l’odontoiatra generico richiedendo un appuntamento d’urgenza. Entro la prima mezz’ora dalla frattura, infatti, è più alta la possibilità di riposizionare il dente nella sua posizione, minimizzando l’entità dei danni e riducendo la possibilità di interventi invasivi. È bene precisare che solo il medico può capire se è possibile riattaccare il frammento al dente e valutare l’eventuale presenza di altri danni (solitamente mediante radiografia endorale) o fratture.

Denti da latte: cosa può succedere se…

  • il dente da latte si è spostato: se il trauma ha avuto come conseguenza una lieve dislocazione, occorre portare il bambino da un dentista pediatrico che, anche in base alla disponibilità del bambino, può riparare al danno anche con qualche piccola manovra, facendo così tornare il dente al suo posto.
  • il dente da latte è intruso: in questo caso il dente è rientrato, in parte o totalmente, nella gengiva. Il dentista analizza la situazione e cerca di capire se potrebbero esserci delle altre fratture. In caso positivo, il dente si sistemerà da solo. Diversamente, bisogna recarsi nuovamente dal medico che potrebbe valutare di togliere il dente con anestesia o sedazione.
  • Il dente da latte è estruso: come nel secondo caso, il dentista valuta la presenza di altri danni o fratture. Poiché il trauma ha fatto scendere il dente dalla gengiva, il professionista cerca di spingerlo indietro, possibilmente servendosi di una leggera sedazione.
  • Il dente da latte è caduto: se il dente cade non è possibile fare reimpianto; infatti, trattandosi di un dentino da latte va semplicemente buttato.
  • Il dente da latte è annerito: sebbene dopo una caduta il dente da latte non cada o non si spezzi, potrebbe succedere che nei giorni a seguire diventi nero. Ciò significa che vi è una compromissione della radice, talvolta accompagnata da un ascesso: una pallina bianca proprio sotto al dente. In questa eventualità bisogna accompagnare il bambino dal dentista, perché è in corso un’infiammazione che richiede il trattamento endodontico).

I denti da latte hanno un’importanza cruciale, dal momento che la futura salute dentale dei bambini dipende proprio da questi. L’odontoiatra pediatrico, oltre a riparare il trauma, può offrire ai genitori delle linee guida sulla salute orale da trasmettere, durante la crescita, come le migliori abitudini da seguire.

Quando si rompe un dente permanente

Le fratture dei denti permanenti nei bambini comportano delle difficoltà maggiori rispetto alle fratture in età adulta. Questo perché il dente permanente è un dente in crescita, a volte presente e visibile solo per una piccola porzione. Pertanto, gli interventi come le ricostruzioni effettuate prima dell’adolescenza sono da considerarsi temporanee e devono essere rivalutate periodicamente, per tutta la vita. Aver curato il trauma non basta a scongiurare conseguenze serie come le necrosi, gli ascessi, le infezioni o la perdita dell’osso. Ricorrere a un professionista in seguito a una caduta che comporta anche un minimo trauma dentale non è una esagerazione, bensì la soluzione migliore per assicurare a tuo figlio una bocca sempre in salute.

Scopri AIC – Accademia Italiana di Conservativa

Scarica le schede validate da AIC, Accademia Italiana di Conservativa, dove vengono fornire informazioni semplificate ma controllate, riguardo alle principali affezioni della bocca e dei denti.

Il cioccolato fa male ai denti?

L’uovo di cioccolato a Pasqua è una tradizione irrinunciabile. Soprattutto per i più piccoli, ma non solo! Il problema è che spesso la golosità si scontra con il benessere dei nostri denti. Il cioccolato, infatti, è stato spesso demonizzato e accusato di essere nemico della linea e responsabile della carie. Eppure, numerose ricerche in ambito odontoiatrico sembrano sfatare questo falso mito. Ma quindi, il cioccolato fa male ai denti?

Cioccolato fondente: i benefici sui denti

Il cioccolato, rigorosamente fondente, è un ottimo alleato dei denti perché in grado non solo di prevenire la carie, ma anche la perdita di smalto. Si può quindi dire che, in piccole quantità, il cioccolato fondente fa bene ai denti!

Dalle ricerche è emerso che il cioccolato fondente, ricco di sostanze antibatteriche, può contrastare gli effetti dello zucchero e contenere la proliferazione microbica. Il cacao amaro, infatti, contiene antibatterici naturali che impediscono allo Streptococcus mutans di produrre il glucano, una sostanza appiccicosa che aiuta a generare la placca, creando così le condizioni ideali perché gli zuccheri vengano trasformati in acidi dai germi, corrodendo lo smalto.

Un’altro dei benefici del cioccolato è la capacità di antidemineralizzazione dello smalto. Il cioccolato amaro, infatti, è ricco di alcune sostanze (tannini, floruri e fosfati) presenti sulla buccia esterna della bacca di cacao. Queste sostanze sono in grado di ridurre la perdita di smalto ed anche a proteggere da carie e placca.

Per ottenere gli effetti benefici però, il cioccolato deve essere rigorosamente fondente con una percentuale superiore all’80-85%. La quantità di zucchero deve essere quindi pari quasi allo zero. Inoltre, è salutare solo se consumato “da solo”, ovvero non deve essere gustato in abbinamento ad altri dolci ricchi di zuccheri e/o carboidrati.

Il cioccolato per i bambini

La prevenzione della carie come sappiamo dovrebbe iniziare già dalla culla, ma, in realtà, anche prima! La prima raccomandazione contro la carie nei più piccoli, infatti, resta la prevenzione della salute orale della mamma in gravidanza. Uno studio condotto dall’Università della Sapienza di Roma ha evidenziato come i probiotici, addizionati ai latti artificiali, siano in grado di ridurre la proliferazione del batterio principale responsabile della carie (lo Streptococcus mutans). Questo germe può anche essere trasmesso al neonato direttamente dalla madre se affetta da malattie parodontali. Il batterio sarebbe in grado di colonizzare il cavo orale del neonato, rimanendo silente anche per molto tempo per poi “risvegliarsi” allo spuntare dei primi dentini.

Gli esperti consigliano di introdurre il cioccolato fondente nella dieta del bambino dopo lo svezzamento (dopo i 3/5 anni, altrimenti può causare allergie).

Come proteggere i denti

In fatto di cioccolato, si sa, ognuno ha i propri gusti e in commercio se ne trovano di tutti i tipi. C’è chi lo preferisce al latte, chi bianco, chi con le nocciole, anche se la tipologia più consumata al mondo rimane quella fondente.

Nonostante i benefici apportati da questo alimento ricco di sostanze importanti per la nostra salute, è comunque bene non dimenticare i grassi e gli zuccheri del cacao.

I LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) suggeriscono una dose giornaliera di 30g “una tantum”. La quantità consigliata per chi lo consuma tutti i giorni si abbassa tra i 5 e i 15g al giorno e, come sempre, dipende dallo stile di vita. Gli sportivi e, in generale, chi conduce una vita attiva può certamente ambire ad una quantità leggermente maggiore.

Tutto questo non prescinde però da una corretta igiene orale. Il cioccolato, soprattutto se non fondente, è tra i cibi che fanno male ai denti, in particolar modo se consumato costantemente e a piccole dosi. L’ideale sarebbe limitarne il consumo in quegli archi temporali della giornata in cui si ha la possibilità di lavarsi i denti subito dopo averlo consumato. Il consiglio dei professionisti, per grandi e piccini, di utilizzare lo spazzolino e il dentifricio entro mezz’ora da quando si mangiano alimenti altamente cariogeni.

Dunque, cioccolato sì, ma con moderazione e attenzione all’igiene orale!

Bambini e salute dei denti: l’educazione è la miglior prevenzione

Educare alla prevenzione

Perché per la salute dei denti la prevenzione è importante già da piccoli? Perché è un requisito fondamentale per avere, da più grandi, una bocca sana. Così prevenzione diventa sinonimo di educazione a una corretta igiene orale, già con i denti da latte o ancora prima. In questo articolo evince infatti l’importanza, già dalla tenera età, di insegnare ai propri figli il corretto metodo di spazzolamento dei denti, quante volte al giorno lavarli e come eliminare la placca. È imprescindibile intervenire prontamente anche con la giusta cura delle carie dei denti da latte. Alcuni denti, infatti, rimarranno nella bocca fino ai 13 anni. Ecco perché l’eventuale insorgenza di una carie va trattata come quella di un dente definitivo.

L’igiene orale in fasce d’età

Le pratiche di igiene orale possono essere suddivise in un percorso a tappe, che segna le età di ogni bambino

4-24 mesi

È la fase dedicata, in un primo momento, alla pulizia delle gengive del bambino post allattamento. È preferibile farlo con una salvietta. Una volta spuntati i dentini, a circa 6 mesi di vita, andrebbero spazzolati due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e una piccolissima quantità di dentifricio. Piccolo ma importante consiglio: in questa fase è bene evitare di dare il biberon al bambino dopo avergli lavato i denti. Infatti, i bambini che si addormentano con il biberon nella bocca potrebbero essere soggetti all’insorgenza di carie da biberon.

2-4 anni

È la fase in cui bisogna costruire una routine: prima insegnando al piccolo come lavare i denti, e poi portandolo a farlo regolarmente. Il bambino ha bisogno di essere educato gradualmente a un’igiene orale autonoma e quotidiana. Ma quali spazzolini usare? Quelli rivestiti da gomma antiscivolo, per una migliore impugnatura. Per non rischiare di annoiarli, è consigliabile fargli vivere il momento dell’igiene orale come un gioco, con spazzolini colorati o conta tempo divertenti. In questa fase è necessario evitare di traumatizzare il bambino attraverso la forzatura e l’obbligo, altrimenti vivrà questa attività in modo negativo.

4-6 anni

È la terza fase, fondamentale in quanto comincia la dentizione permanente. In questo caso sono molto diffuse le carie sui molari decidui o su quelli permanenti. Però, è anche vero che il bambino dovrebbe essere in grado di impugnare il manico dello spazzolino più abilmente, spazzolando i denti con movimenti più estesi e precisi. Un modo che indubbiamente aiuta a prevenirle. Più precisamente, la tecnica di spazzolamento più adeguata è la seguente: il bambino deve pulire le superfici esterne dei denti inclinando lo spazzolino di 45° partendo  dalla gengiva e muovendolo verso il dente  esercitando una leggerissima pressione.Per la pulizia della superficie interna dei denti anteriori, inferiori e superiori, lo spazzolino va tenuto in posizione verticale. La pulizia delle superfici masticatorie di tutti i denti, prevede di spazzolarli delicatamente con movimenti in avanti e indietro.

Età preadolescenziale

È la fase in cui bisogna assicurare una rigorosa e quotidiana igiene orale, necessaria per mantenere in salute gengive e denti permanenti. Cosa dovrebbero fare dunque i ragazzi?

  • Lavare i denti due volte al giorno, utilizzando un dentifricio al fluoro, spazzolandoli almeno per due minuti. Fare ricorso a uno spazzolino elettrico potrebbe rendere la pulizia e lo spazzolamento più leggeri.
  • Usare quotidianamente il filo interdentale per la pulizia degli spazi interdentali. Il filo serve sia a prevenire la carie che a mantenere l’alito fresco.

In questa fase sono molti coloro che si avvicinano a uno sport in solitaria o di gruppo: in questa eventualità, bisognerebbe incoraggiarli a portare un paradenti che protegga le loro bocche da lesioni. Per i bambini che portano un apparecchio ortodontico, ogni genitore dovrebbe raccomandargli di utilizzare lo spazzolino elettrico e lo scovolino molto scrupolosamente onde evitare le macchie bianche sui denti dopo la rimozione.

Avvicinarsi al dentista con la pedodonzia

La pedodonzia è quel settore dell’odontoiatria che si occupa della cura dei denti dei più piccoli. I trattamenti sono spesso coordinati insieme da medici, odontoiatri e personale infermieristico specializzato. Ci si può avvicinare a questa con le sedute di avvicinamento. Gli appuntamenti che permettono di far abituare gradualmente il bambino allo studio medico, anche tramite un approccio psicologico adeguato. Oltre a ciò, la prevenzione si traduce nelle prime visite di controllo, consigliate a partire dai 3-4 anni. Ricordiamo, infatti, che non prestare la massima attenzione ai denti da latte potrebbe compromettere il corretto sviluppo dei denti permanenti. Ecco allora l’importanza della pedodonzia. Come detto prima, essa prende in considerazione le patologie dentali nel bambino, ma anche gli aspetti fisiologici ed emotivi. Fare uno screening dentale dai 3 anni, consente di prevenire e risolvere alcuni problemi: disallineamenti e malocclusioni, difetti nella funzione masticatoria, anomalie della mandibola o della mascella.

Solitamente si tratta di disturbi che vengono risolti tramite il ricordo ad apparecchi ortodontici. È da sottolineare che un trattamento ortodontico in età infantile accorcia i tempi di guarigione. Parlando, invece, di uno dei problemi più diffusi, ovvero la carie dentale, sicuramente la sigillatura dei molari permanenti è sicuramente una strategia risolutiva, applicabile eventualmente anche sui denti decidui. Ancora, anche il laser può essere un aiuto, e sicuramente evita o riduce l’utilizzo dell’anestesia o di un eventuale trauma da trapano a turbina. 

Ricordiamo di educare i bambini già dalla tenera età a un’adeguata igiene orale e, non appena arriva il momento, di ricorrere al dentista. Hanno bisogno di un professionista che li accompagni già dai primi anni: la salute della loro bocca lo merita!

Halloween: dolcetto o scherzetto? Cosa fare per evitare le carie

Manca davvero molto poco ad Halloween e i bambini non vedono l’ora di mangiare dolcetti e caramelle. Per quanto quest’anno il “Dolcetto o scherzetto?” sia limitato, la festa può comunque essere una buona occasione per insegnare ai più piccoli come prevenire le carie e il tartaro ai denti. Infatti, quando si assumono più zuccheri del solito, è bene che ogni genitore presti maggiore attenzione all’igiene orale dei propri figli, invitandoli a lavarsi subito i denti e a bere più acqua. 

Halloween: dolcetto o scherzetto? 

Halloween è una festività di origine irlandese, molto diffusa nei paesi anglosassoni. Negli ultimi decenni è approdata in Italia, generando la felicità dei più piccoli e il disappunto dei più grandi da cui è ritenuta una festività straniera. La festa di Halloween è legata alla celebrazione dell’Ognissanti, infatti il termine Halloween deriva da “All Hallows Eve”, che letteralmente significa “Vigilia di tutti i Santi”. 

La tradizione vuole che il 31 ottobre i bambini si aggirino per le strade della città mascherati da creature spaventose, come streghe o fantasmi, bussando alla porta dei vicini ponendo loro la domanda “Dolcetto o scherzetto?”. Tutti coloro che apprezzano Halloween preparano una certa scorta di dolci, come caramelle e cioccolatini, da donare ai più piccoli.

Quest’anno il tradizionale giro del vicinato non sarà possibile a causa del virus e il bottino da portare a casa sarà più esiguo. Quanti genitori però hanno nascosto qualche dolcetto da regalare ai propri piccoli per fargli vivere lo spirito di questa festività?  

Consigli utili per superare la “prova carie” 

Caramelle, dolcini, snack e cioccolato: Halloween è l’occasione che ogni bimbo aspetta per accaparrarsi un bel bottino. Cosa fare, però, quando i bimbi mangiano troppi dolci? Se privare i bambini di dolciumi a forma di zucca o di fantasmini è quasi impossibile, bisogna fare attenzione alle ricadute che gli zuccheri in eccesso potrebbero avere sui loro denti. 

Un esempio? Le caramelle! Il loro consumo altera il Ph della bocca, poiché la espone a un ambiente acido e aumentano il rischio di portare alla formazione di carie e tartaro. 

  • Quelle gommose tendono ad attaccarsi ai denti e rimuoverle è complicato
  • quelle dure, poiché tenute in bocca più a lungo, aumentano il rischio di carie e la probabilità che mordendole si spezzino i denti
  • quelle acidule, invece, predispongono all’azione e alla proliferazione dei batteri. 

Ecco perché se non si riesce a rinunciare alle caramelle, è preferibile optare per quelle acariogene o dolcificate con polioli (lactitolo, xilitolo, eritritolo ecc.). In ogni caso, è più opportuno mangiarle in una sola volta e non in più momenti della giornata. Infatti ogni qual volta che si mangiano è consigliato lavarsi i denti per non incorrere a lungo andare in diverse problematiche. Sicuramente i cioccolatini sono considerati meno “pericolosi” delle caramelle. Il cioccolato, infatti, è la soluzione migliore tra i dolci distribuiti ad Halloween. Sai perché? Il cioccolato è più semplice da rimuovere dai denti. Potendo fare una scelta, il fondente è il migliore considerando l’apporto degli zuccheri, decisamente inferiori rispetto al cioccolato al latte e bianco.

Carie: cos’è, tipologie e rimedi 

Ma cosa sono di preciso le carie? Si tratta di un disturbo che, se trascurato, può arrecare danni come gengivite e parodontite, sacche parodontali o perfino la caduta dei denti. Se il bambino ha dolore ai denti o ha un alito cattivo, potrebbe averne sviluppato una. Talvolta le carie sono infatti visibili e si presentano come macchia chiara o come puntino scuro sul dente. Di fatto si tratta di una degenerazione progressiva dei tessuti dentali. Prima si deposita esternamente, poi, aggravandosi, tende a formare una cavità. Una volta intaccato lo smalto, giunge fino alla dentina il cui tessuto interno si indebolisce notevolmente, diventa scuro e si sgretola.                    

Esistono diversi tipi di carie:

  • superficiale: colpisce lo smalto e la parte superficiale del dente e tendenzialmente si manifesta tramite fastidi lievi o ipersensibilità al freddo;
  • media: intacca la dentina e provoca dolore quando il cibo fa pressione sul dente interessato;
  • profonda: infetta la polpa dentale provocando la possibilità di necrosi (la perdita di vitalità di vasi, nervi e altri tessuti molli interni al dente) e della successiva caduta del dente. 

Le regole per la prevenzione 

I batteri possono trasferirsi dai denti da latte sui permanenti e poi sui molari. Per questo è importante prendersi cura della salute orale del proprio bimbo già dai primi mesi e poi iniziare a usare lo spazzolino già allo spuntare dei primi dentini. Una volta che il bambino sarà in grado di lavare i denti autonomamente, bisognerà comunque controllarlo fino ai sette anni circa. Inoltre, ogni genitore dovrebbe accertarsi che il proprio figlio 

  • lavi i denti dopo i pasti principali per almeno due minuti utilizzando uno spazzolino adatto alla propria bocca e alla propria dentatura;
  • utilizzi un dentifricio al fluoro, utile per prevenire la formazione di carie. In questo caso si può ricorrere ai dentifrici al gusto delicato di menta o frutta;
  • usi il filo interdentale così da prevenire la formazione della placca.
  • beva molta acqua;

Come curare le carie dei bambini 

Come sostengono i professionisti, una volta che la carie è formata, bisogna intervenire a seconda della gravità. Quindi, è necessario indagare, comprenderne l’eziologia e individuare se ha colpito lo smalto, la dentina o la polpa del dente. Nel primo caso, è necessario rimuovere il tessuto cariato per poi proseguire con l’otturazione, ovvero la ricostruzione della parte danneggiata. Negli altri due casi, bisogna procedere con una devitalizzazione e, nell’ipotesi più estrema, con l’estrazione del dente. Come comportarsi invece con la carie sui denti da latte? Questi ultimi hanno uno smalto molto più sottile, infatti la carie riesce ad attaccare più facilmente. Ecco perché le probabilità di devitalizzarlo o estrarlo sono maggiori. Per evitare la formazione delle carie il dentista potrà intervenire con un’azione preventiva che consiste nella sigillatura dei solchi. Questa sigillatura interessa i denti della parte posteriore, ovvero i molari. La procedura crea una barriera invisibile sui denti, impedendo ai residui di cibo e ai batteri di sedimentarsi negli spazzi difficili da pulire.

In ogni caso per evitare di incorrere in rischi, oltre a mantenere una corretta pulizia, bisogna programmare per il proprio piccolo una visita dal dentista almeno due volte l’anno. Solo affidandosi a degli specialisti infatti sarà possibile monitorare la salute della bocca dei più piccoli.

Perché il mio bambino sbava tanto?


Una grande produzione di saliva durante i primi mesi di vita è normale. Quella che viene chiamata bava è fondamentale per aiutare il bambino a ingerire il cibo. Ma non solo, la saliva svolge molteplici funzioni fondamentali per tutti:

  • Aiuta alla formazione del bolo alimentare e perciò è utilissima durante la corretta digestione dei cibi, soprattutto quando il bimbo inizierà a masticare
  • Favorisce la pulizia della bocca, regola il ph orale e ostacola la proliferazione batterica preservando la salute del cavo orale

È dunque essenziale per il bambino, ma anche per gli adulti. Per questo durante le prime fasi della vita è importante imparare a regolare la produzione di saliva. Ma perché i bambini hanno una salivazione eccessiva?

Le cause dell’eccessiva salivazione

L’eccesso di salivazione dei bambini è dovuto in primo luogo alla necessità di espellere frequentemente la saliva dalla bocca poiché non hanno ancora imparato il meccanismo della deglutizione.

I fattori che incidono sulla produzione della saliva nei bambini sono diversi, primo fra tutti vi è la dentizione, che però inizia a partire dal sesto mese di vita. Durante i primi mesi di vita le ghiandole salivari dei bambini si sviluppano costantemente incrementando la produzione di saliva. L’apparato stomatologico responsabile della funzione digestiva nel neonato è però ancora immaturo e pertanto non riesce a deglutire completamente la quantità di saliva prodotta. A volte può capitare che prima della comparsa del primo dentino subentri irritazione e dolore alle gengive. In questi casi il bambino tende a produrre maggiore saliva per lubrificare la zona irritata.

Durante lo svezzamento la produzione di saliva, invece, aumenta a causa dei nuovi sapori e dei nuovi odori a cui il bambino è sottoposto. Infatti pappe e pappette stimolano le papille gustative aiutando il bambino a sviluppare i sensi del gusto e dell’olfatto, ma anche della vista.

Latte materno e ciuccio

I dubbi in merito alla salivazione del neonato sono molti. È stato detto che l’apparato stomatologico del neonato che comprende la masticazione, la salivazione e la deglutizione non è ancora del tutto sviluppato. Ma allora perchè il bambino riesce a inghiottire perfettamente il latte materno?

Dietro al meccanismo che sussiste dietro alla poppata è richiesto al bambino di effettuare un’azione differente, quella di succhiare. Succhiando il latte, infatti il piccolo deve fare un certo sforzo con i muscoli della bocca. Il movimento di suzione è il primo passo per capire il meccanismo dietro alla deglutizione.

Per aiutare i più piccoli a regolare la produzione di saliva, alcuni genitori ricorrono all’utilizzo di un ciuccio. Infatti il movimento della suzione effettuato sul succhiotto permette al bambino di apprendere più facilmente come si deglutisce.

È necessario però fare particolare attenzione all’utilizzo del ciuccio perché può portare all’irritazione della zona che si trova vicino alla bocca a causa di un continuo sfregamento.

Ogni genitore dovrebbe prestare attenzione all’utilizzo eccessivo del ciuccio perché può portare a lungo andare a problemi legati alla suzione o a problemi di mal posizionamenti dei futuri denti. 

Salivazione eccessiva: cosa fare?

In generale l’eccessiva produzione di saliva non genera disturbi ai bebè. A causa però della troppa salivazione il mento e il collo restano costantemente umidi o bagnati, causando irritazioni sulla zona periorale provocando dermatiti diffuse.

Queste irritazioni possono aggravarsi in inverno per colpa del freddo, per questo motivo l’ideale è asciugare costantemente la saliva in eccesso tamponando con un tessuto asciutto.

Se l’irritazione persiste fino alla comparsa di ragadi e screpolature attorno alla bocca, è consigliato invece l’utilizzo di creme idratanti specialmente con una formula ad azione protettiva. Queste creme sono di grande supporto per ostacolare o ritardare l’irritazione.

Se la salivazione del neonato prosegue anche durante la notte è possibile aiutarsi con degli asciugamani sotto il lenzuolo del piccolo. In questo modo vestiti e coperte rimarranno asciutti durante il sonno.

Tanta salivazione nel bambino: si tratta di scialorrea?

L’eccessiva salivazione termina intorno ai 15 mesi. Sicuramente ogni bimbo ha le sue peculiarità e i suoi tempi di sviluppo, ma quando si è in presenza di troppa salivazione anche dopo il completo sviluppo dell’apparato stomatologico, allora è bene cercare di indagare le cause che la provocano. Quando questa condizione si protrae nel tempo prende il nome di ipersalivazione o di scialorrea.

Esistono infatti delle situazioni in cui un’eccessiva produzione di saliva da parte del proprio bimbo può essere sintomo di un’altra specifica condizione clinica. Per poterla diagnosticare è necessario individuare i sintomi correlati di un eventuale patologia più grave. Il pediatra in questi casi è un grande alleato.

L’eccessiva produzione di saliva può essere dovuta a:

  • Problemi del cavo orale come la difficoltà a deglutire
  • Malocclusione
  • Infezioni alle vie respiratorie
  • Ansia, rabbia o stress
  • Encefaliti o emicranie
  • Malattie del reflusso gastrico-esofageo, nausee e vomito
  • Crescita anomala del volume della lingua
  • Deficit neurologico cronico

Come curare la scialorrea

Una volta individuate le cause che portano alla scialorrea, l’ipersalivazione deve essere trattata attraverso delle terapie specifiche in grado di supportare il bambino ad affrontare le sue difficoltà.

Il supporto di un logopedista può essere molto utile al piccolo per mettere in atto azioni correttive all’atto della deglutizione. Il logopedista inoltre è in grado di strutturare un trattamento riabilitativo e rieducativo per la correzione delle funzioni orali.

Anche il supporto del dentista è fondamentale per valutare e curare patologie della bocca come la macroglossia, la deglutizione atipica, la malocclusione oppure eventuali disturbi delle ghiandole salivari.

Quando la scialorrea è invece una sintomatologia secondaria a patologie neurologiche è bene fare ricorso al consulto di un neurologo per poter indagare a fondo e individuare un percorso di cura adeguato.

Per potersi prendere cura del proprio bimbo è essenziale saper cogliere i segnali ed essere in grado di affidarsi alle mani di persone esperte.

Il primo sorriso dei neonati

Il sorriso riflesso

La capacità di sorridere è innata nell’uomo. Il primo sorriso nei neonati, emoziona, entusiasma e riesce a mettere tutti di buonumore.


I bambini sanno regalare sorrisi meravigliosi, ma cosa si cela dietro al sorriso dei neonati? Già dai primi giorni di vita, il bebè può manifesta uno stato di benessere con un’espressione che prende il nome di sorriso endogeno.

Infatti per tutto il primo mese di vita il neonato è capace di cambiare e modificare l’espressione del suo viso soprattutto durante il sonno. Il sorriso dei neonati non mostra alcun contenuto emotivo.

Il sorriso endogeno non è connesso alla presenza di stimoli esterni, ma è un atto riflesso, una manifestazione involontaria generata da uno stato fisico di benessere generale e una reazione automatica a uno stato di appagamento. È possibile definire questo sorriso “primitivo” perché è un semplicemente innato e ha lo scopo di attirare l’attenzione di chi lo circonda. Può comparire in risposta a un suono o a una voce, generando nel genitore felicità.

Il sorriso di sociale

Il sorriso fa parte dei segnali di comunicazione non verbale. A poco a poco, il bambino sviluppa la capacità di comunicare, si gettano così le basi della sua socialità. Soltanto con il passare delle settimane infatti il bambino inizia a sorridere in risposta a uno stimolo preciso, per esempio, alla voce della mamma o del papà.

Se in risposta al sorriso sono offerte carezze, altri sorrisi e parole dolci, il bambino è incoraggiato a sorridere a stimoli esterni. Comprende presto che il sorriso è un modo di comunicare e in sua risposta otterrà sensazioni piacevoli.

Con i mesi qualcosa cambia e il sorriso dei neonati diventa una risposta sia sociale che emotiva. Il sorriso del bebè costituisce in questa fase l’espressione della prima gioia. Attraverso il sorriso il bambino comunica approvazione per qualcosa o qualcuno.

Attraverso il pianto il piccolo chiede invece di mutare una determinata situazione. Si tratta di uno proiezione delle sue emozioni.

Si parla perciò di sorrisi sociali quando sono direzionati e rivolti a specifiche persone o oggetti. Possono derivare anche dal fatto che I neonati sono anche grandi imitatori: tendono infatti a emulare ciò che vedono in questo caso il volto dei genitori che se ne prendono cura. È il loro modo di imparare le cose.


Si pensava che i sorrisi dei neonati coinvolgessero solo la regione della bocca. In realtà i sorrisi dei bambini sono dei “reali”, chiamati anche sorrisi di Duchenne. I sorrisi Duchenne coinvolgono sia i muscoli della bocca che i muscoli intorno agli occhi.

L’importanza del sorriso: sviluppo e apprendimento

Gli ultimi studi in merito ai neonati affermano che il momento in cui i piccoli iniziano a sorridere è da associare alla relazione tra la memoria e capacità di pensare in modo autoreferenziale.

Sorridere è importante per lo sviluppo generale del cervello. Fino ai 3 mesi infatti i neuroni del bambino non hanno ancora una connessione ben definita.

Per provare emozioni il bambino deve sviluppare la sua rete cerebrale. In questo modo il bambino inizierà a pensare e a ricollegare un’azione a un’emozione. Per meglio comprendere in che modo avvenga il processo di apprendimento dei neonati sono state usate diverse tecniche, tra cui il rilevamento del movimento oculare.

Il rilevamento dei movimenti oculari è chiamato “eye-tracking” ed è in gradi di catturare il riflesso della cornea attraverso raggi infrarossi collegati a un computer. Ciò permette di tracciare esattamente cosa attrae lo sguardo di un bambino e misurarne l’attività cerebrale e i cambiamenti dell’espressione. Il volto del bambino con il passare dei mesi infatti tende a modificarsi in base agli stimoli ricevuti.

È bene sottolineare inoltre che incoraggiare un bambino a sorridere, aiuta non soltanto a sviluppare il su apprendimento ma anche la sua autostima. Rispondere a un sorriso con un altro sorriso aiuta il bambino a comprendere le emozioni degli altri, e a interpretare l’ambiente che lo circonda.

Il sorriso è un invito all’avvicinamento ed è la manifestazione dell’apertura di una persona nei confronti dell’altro. Il sorriso è un segno di disponibilità verso l’altro e di disponibilità a instaurare una relazione, rendendola più efficace. Proprio per questo imparare a sorridere è il primo passo per essere felici.

Bambini e suzione: un’abitudine pericolosa

I bambini piccoli e gli adolescenti hanno la cattiva abitudine di portarsi spesso le mani alla bocca, per succhiarle nel caso dei più piccoli o per mordicchiarsi le unghie nel caso degli adolescenti. Spesso questo comportamento, se non corretto in giovane età, si protrae anche in età adulta, con declinazioni diverse. Infatti, alcuni adulti mordicchiano penne e matite quando sono sovrappensiero.

I danni che si possono provocare alla salute del proprio sorriso sono però diversi: è bene pertanto conoscere gli effetti sulla salute dei nostri bambini e su come prevenire e modificare questo comportamento pericoloso in modo preventivo.

Cosa succede quando si portano oggetti o mani alla bocca?

Portare le mani o oggetti alla bocca è un’abitudine pericolosa perché aumenta la possibilità di sviluppare infezioni batteriche all’interno del cavo orale. Gli oggetti che i più piccoli amano mordicchiare potrebbero essere ricoperti di batteri o microorganismi in grado di prolifeare all’interno del cavo orale e avere conseguenze sulla salute in generale.

Questi microrganismi possono causare malattie infiammatorie come la gengivite. Anche se solitamente si tratta di una patologia che affligge gli adulti, la gengivite è una malattia infiammatoria che colpisce i tessuti intorno al dente e può causare dolore, gonfiore della zona e anche sanguinamento. L’insorgere di questa patologia è comune soprattutto quando si ha l’abitudine di portare alla bocca oggetti estranei. Può colpire tutti bambini, adolescenti e adulti. Spesso è anche legata a una non corretta e rigorosa igiene orale. Sia nei più piccoli che negli adolescenti più pigri è difficile mantenere costanti le pratiche quotidiane di igiene orale.

Un altro aspetto negativo che può insorgere dovuto alle cattive abitudini legate al mordicchiare o rosicchiare oggetti estranei è l’indebolimento dello smalto dentale. Quando giocattoli, penne e matite sono portati alla bocca diventa ripetutamente e abitualmente, lo smalto dentale tenderà a indebolirsi perché sottoposto a stress continuo. L’assottigliamento dello smalto dentale farà sì che i denti, se sottoposti a traumi e agenti esterni, come può avvenire durante giochi tra ragazzi, potranno essere facilmente danneggiati. Traumi dovuti a cadute e colluttazioni possono provocare perdita o rottura dei denti con più facilità. Per i soggetti a rischio inoltre aumenta la possibilità di soffrire d’ipersensibilità già in tenera età. I denti solitamente più coinvolti sono quelli frontali come gli incisivi superiori.

Nel complesso del cavo orale questa cattiva abitudine comporta anche dei danni all’intera arcata superiore perché sollecitare continuamente la zona può provocare malocclusioni e di conseguenza dei disallineamenti fissi dell’arcata. In questo caso sarà possibile intervenire solamente tramite un percorso ortodontico studiato con il proprio Odontoiatra di fiducia. Sarà lui, dopo aver analizzato la situazione a consigliare l’apparecchio ortodontico più adatto alle esigenze del giovane paziente.

Adolescenti e onicofagia

I soggetti che durante l’infanzia sono stati più propensi a mordicchiare oggetti, con molta probabilità diventeranno adolescenti onicofagici. L’onicofagia è un disturbo che genera in modo compulsivo l’esigenza di mordicchiarsi le unghie, in alcuni casi le cuticole e le pellicine poste alla base dell’unghia.

Per quanto riguarda la salute del sorriso, questo comportamento è dannoso perché pezzi di unghia smangiucchiati posso pungere e lesionare la gengiva causando gonfiori e in alcuni casi anche piccoli tagli e abrasioni. Spesso, oltretutto, le unghie possono essere veicolo di batteri che si depositano nella bocca ed essere causa di gengivite.

L’onicofagia è generata molto spesso da stress e ansia che l’adolescente non riesce a processare. Questo stato di inquietudine si somatizza sulle unghie che rappresentano una valvola di sfogo. È molto importante non sottovalutare questa abitudine e instaurare un dialogo aperto e sincero per cercare di indagare quali sono le cause dello stress. Se da una parte questo aspetto può svanire nel tempo e pertanto essere un vizio che si risolve da solo con la maturità dell’individuo, dall’altra parte può essere un campanello dall’allarme che segnala un disagio. Spesso, se il problema non è gestibile o non scompare, è possibile, grazie a degli incontri con psicologi e psicoterapeuti intraprendere un percorso adatto a trovare la soluzione migliore ai problemi che il giovane presenta e che da solo non riesce ad affrontare.

Prevenzione, rimedi e cure

La soluzione migliore per la salute psico-fisica è quello di prevenire il problema. Nella prima infanzia il bambino scopre il mondo attraverso la bocca, pertanto è giusto lasciarlo libero di fare nuove conoscenze. È bene, però, controllare che questa esigenza non diventi un vizio che può causare diversi problemi alle gengive e all’occlusione delle arcate durante la crescita. In ogni caso è bene igienizzare correttamente le superfici con cui il piccolo entra in contatto per garantire un ambiente il più possibile privo di germi e batteri. Quando il gioco diventa vizio è necessario indagare se ciò deriva da un’esigenza del bambino o dell’adolescente di esprimere una situazione di stress o di malessere.

Successivamente ci sono degli accorgimenti che possono essere presi per limitare i danni dovuti da questa abitudine:

  • Avere un’igiene orale attenta e rigorosa, rispettando queste semplici regole:
    • usare uno spazzolino manuale o elettrico (solo per gli adolescenti) con le setole più adatte alla sensibilità delle gengive;
    • spazzolare i denti 3 volte al giorno per almeno 2 minuti dopo i pasti principali;
    • spazzolare i denti lasciando passare almeno 20 minuti dal pasto principale, in modo tale da evitare di alterare il pH della bocca;
    •  usare un dentifricio ricco di fluoro per proteggere e rafforzare la dentina dei denti;
    •  usare a ogni lavaggio (da dopo la dentizione completa) il filo interdentale o scovolino per rimuovere bene la placca batterica tra gli interstizi dentali.
  • Fare prevenzione dal proprio studio dentistico di fiducia prenotando delle sedute di igiene orale professionali con cadenza periodica.

Denti da latte: curiosità, consigli e istruzioni per l’uso

La salute orale di una persona adulta dipende dalle regole di igiene orale messe in pratica da bambino. Imparare le basi di come prendersi cura della propria bocca dipende anche dai propri genitori. Se anche la mamma e il papà hanno una buona salute orale e mettono in pratica delle corrette abitudini di igiene quotidiana, sarà molto più probabile per il bambino seguire il loro buon esempio.

Chi si prende cura del bambino deve infatti prestare attenzione a educarlo sull’importanza di prendersi cura del proprio sorriso tutti giorni sin da piccolo.

Appena i primi denti da latte saranno spuntati è consigliabile effettuare la prima visita dal dentista. Ciò permetterà di riconoscere subito eventuali problemi o predisposizioni a svilupparli nel tempo. In quest’occasione il genitore potrà fare tutte le domande del caso all’igienista che spiegherà le modalità utili a esaminare autonomamente la bocca del bambino durante i primi anni di vita. Sarà inoltre compito del professionista indicare e suggerire le tecniche e gli strumenti di pulizia più adatti ai tessuti delicati della bocca dei più piccoli. Infatti, nonostante si pensi che sia un problema soltanto dei più grandi, gli accumuli di placca in realtà interessano anche la bocca dei piccini causando con il tempo l’insorgere di carie o altre problematiche.

Prendersi cura della bocca dei bambini ogni giorno

Appena dopo il parto alcune mamme già si chiedono quale sia l’età giusta per iniziare a prendersi cura della salute orale del proprio bimbo. Ancora prima della comparsa del primo dentino è necessario provvedere all’igiene del cavo orale del neonato.

L’allattamento al seno ha effetti benefici sulla salute orale del bambino perché facilita il corretto sviluppo delle arcate dentali, incidendo in maniera positiva sul posizionamento degli elementi dentari. Ciò ovviamente dipende anche da altri fattori come la genetica, l’utilizzo prolungato del ciuccio, il vizio di succhiare il pollice e una corretta igiene del cavo orale fin dalla tenera età.

Dopo ogni pasto, infatti, anche se i primi dentini non sono ancora sviluppati è necessario pulire la bocca del proprio bambino attraverso una detersione che prevede l’uso di garza sterile inumidita con acqua. Fino ai 6-12 mesi, infatti, basta strofinare con delicatezza per qualche secondo la lingua e le gengive del neonato tutti i giorni dopo i pasti.

È sconsigliato, invece, ricorre all’utilizzo di dentifrici per detergere la bocca a bambini così piccoli.

Quando iniziare a spazzolare

Con la comparsa dei primi dentini la pulizia deve essere più accurata. Alcuni genitori erroneamente credono che non sia necessario prendersi molta cura dei denti da latte perché sono destinati a cadere. Questo non è corretto perché un’adeguata igiene orale sin dalla tenera età contribuisce a sviluppare e dei denti sani e forti e a evitare successive e predisposizioni a problemi orali.

La comparsa dei denti da latte dovrebbe coincidere con l’abbandono del biberon e l’uso sistematico di un apposito spazzolino con setole morbide. Perché non utilizzare spazzolini colorati e divertenti in modo da avvicinare il bambino verso il suo utilizzo? È inoltre dovere del genitore avere cura di supportare il suo bambino, mostrandogli come si utilizza e prestando attenzione che ogni angolo della bocca sia stato spazzolato adeguatamente. Non è necessario forzarlo contro la sua volontà, ma è compito del genitore individuare la modalità giusta per coinvolgere il proprio bambino attraverso il gioco, per farla diventare un’abitudine e non una tortura. In ogni caso già in questo periodo l’igiene orale domiciliare deve essere ripetuta almeno 2 volte al giorno per la durata di 2 minuti. In questa fase si consiglia di utilizzare dentifrici specifici per bambini a bassa concentrazione di fluoro e dal sapore gradevole. La quantità ottimale da adoperare è poca, al massimo la grandezza di un pisellino.

Cosa si può fare per proteggere i denti dei bambini?

Non basta spazzolare i denti dei propri bimbi per assicurarsi un cavo orale in perfette condizioni.

È infatti risaputo che l’alimentazione influisce notevolmente sulla salute del proprio corpo e della propria bocca. Anche nel caso dei bambini è importante seguire alcune semplici regole. Per prima cosa è consigliato evitare che il bambino si addormenti con il biberon come ciuccio, lasciandolo accanto a lui nel lettino. In questo caso non si tratta di regolare la quantità di zuccheri somministrati, come quelli  presenti nel latte o in altri liquidi inseriti nel biberon come succhi di frutta. L’attenzione è rivolta al tempo di permanenza e di contatto degli zuccheri con le superfici dentali dei più piccoli che influiscono sulla salute dei denti. Dopo ogni pasto è importante provvedere a igienizzare il cavo orale per evitare la proliferazione dei batteri responsabili della carie ed evitare che vi stanzino per tutta la notte.

Per prevenire la formazione di carie il dentista potrà consigliare la sigillatura dei solchi presenti nei primi molari permanenti. La tecnica prevede l’applicazione di una pellicola protettiva sulle superfici del dente. In questo modo si potranno contrastare le carie nei denti che per morfologia e anatomia sono più difficili da spazzolare.

Impara ad andare dal dentista

controlli periodici sono utili ad educare i bambini alla salute del sorriso e alla prevenzione di patologie della bocca, quali carie, gengiviti e parodontiti.

Durante la visita lo specialista controllerà lo stato di salute della bocca, dei denti e delle gengive. Inoltre presterà attenzione all’allineamento delle arcate ed eventuali affollamenti dentali. Alcuni “vizi” di masticazione come ad esempio l’onicofagia, cioè il rosicchiamento compulsivo di unghie o cuticole, possono avere delle ripercussioni sul posizionamento. In questo caso il dentista consiglierà modalità per scoraggiare i bambini verso questa abitudine. Infine, presterà attenzione ad eventuali problemi di deglutizione o di respirazione che possono avere ripercussioni maggiori su tutto l’organismo.

La paura del dentista da parte del genitore a volte può condizionare l’esito della visita e avere ripercussioni sulla percezione del bambino nei confronti di questa figura. Per i più piccoli andare dal dentista deve essere vissuto come un evento piacevole e rilassato per abituarli al rapporto con dentisti specializzati in odontoiatria pediatrica o odontoiatria infantile. Frequenti controlli e lo sviluppo di una relazione continuativa aiuteranno il bambino ad associare la visita a un’esperienza di benessere e non a un momento traumatico.

Affidarsi agli specialisti è il modo migliore per creare le basi solide di una corretta igiene orale.

error: COPYRIGHT IOVADODALDENTISTA.IT
Exit mobile version