Quando si riceve il preventivo di una cura odontoiatrica accade spesso, se non si è in emergenza, di considerare l’entità dei costi da sostenere e inserirla all’interno di una lista di priorità. Quasi automaticamente si agisce una suddivisione tra spese fisse – quali quelle per la gestione quotidiana della casa e della famiglia – e accessorie, magari pianificate da tempo e per cui si sta già risparmiando – come un oggetto di valore, una vacanza esotica, un telefono nuovo – che regalano gioia e gratificano l’esistenza. Ecco che il dentista, pur essendo a tutti gli effetti una spesa medica, finisce per una sorta di meccanismo irrazionale tra gli acquisti secondari, che si possono rimandare a momenti di minor carico finanziario. Tra l’altro le sedute dal dentista non rappresentano certo un’esperienza piacevole che regala emozioni di felicità.
Gratificazione a breve termine o benessere stabile?
In questo processo di valutazione il confine tra necessità e desiderio si fa meno netto, le cure dentali vengono spesso percepite come troppo costose, in effetti non è immediato attribuire a un impianto o a un apparecchio ortodontico lo stesso significato di una borsa griffata, di un computer nuovo o di un trattamento cosmetico, non hanno la stessa portata emozionale, né sociale.
Gli oggetti, gli interventi estetici, i viaggi, hanno un impatto immediato sull’immagine personale, regalano piacere e benessere, potenziano il senso di autostima, rassicurano, in più sono visibili all’esterno, acquistano quindi anche una valenza sociale e relazionale. Vale la pena, quindi, ritenerli prioritari al dentista, che se non è urgente si può tranquillamente aspettare. Nel frattempo, nuovi desideri subentrano, altre spese si mettono in calendario, se il molare manca o l’incisivo presenta una piccola carie, pazienza. Se il colletto della corona comincia a far capolino dalla gengiva non è niente di grave. Se un disallineamento causa qualche dolore mandibolare si può sopportare. Meglio comprare qualcosa che piace, soddisfa e si può esibire. Si è continuamente sottoposti alla seduzione di ciò che viene proposto e accolto come socialmente desiderabile, innovativo e alla moda. Si arriva a considerare quell’acquisto come un obiettivo da raggiungere, senza il quale ci si sente carenti o meno interessanti.
Questo ragionamento non è giusto o sbagliato, in fondo si tratta di scelte personali, però si può aprire una riflessione sul rapporto fra ciò che aggiunge una gratificazione a breve termine – è esperienza comune che il grado di entusiasmo apportato dall’acquisto diminuisce giorno dopo giorno, mentre si instaura l’abitudine – e ciò che invece permane come benessere stabile, i valori che guidano la nostra vita.
Crescita personale e salute
Russ Harris in La Trappola della felicità (Erickson, 2010) offre una visione molto chiara ed efficace della differenza tra valori e obiettivi: “…I valori sono i desideri più profondi del nostro cuore riguardo a come vogliamo interagire e rapportarci con il mondo che ci circonda, con le altre persone e con noi stessi. Sono i principi guida che possono orientarci e motivarci mentre ci incamminiamo lungo la vita. Valori e obiettivi non sono la stessa cosa. I valori sono le direzioni verso le quali continuiamo a procedere, mentre gli obiettivi sono ciò che desideriamo conseguire lungo la via. Un valore è come andare a est; un obiettivo è come la montagna o il fiume che vogliamo oltrepassare mentre viaggiamo in quella direzione. Gli obiettivi possono essere raggiunti e cancellati dalla lista, mentre i valori sono un processo costante…”. Tra i valori indicati da Harris si evidenzia quello della Crescita personale/Salute cui fanno riferimento tutte le attività che favoriscono il nostro sviluppo come esseri umani, sia in una direzione spirituale che fisica.
Cure dentali: terapie propriamente mediche
Le cure dentali, forse anche a causa di un vizio culturale, si avvicinano nell’immaginario collettivo più ai trattamenti estetici che alle terapie propriamente mediche. Pertanto, specialmente laddove non ci sia un impatto diretto sul sorriso, si finisce per rimandarle senza troppi pensieri. Oppure di sostituirle con una ricostruzione delle unghie o l’ultimo tablet, in base ai desideri e alle priorità del singolo. L’odontoiatria, però, è una disciplina medica/sanitaria e le cure concorrono al raggiungimento e al mantenimento dello stato di salute generale.
Ad esempio, un molare mancante, seppur poco visibile e privo di effetti devastanti sull’estetica del sorriso, porta a cambiare l’assetto della masticazione, andando a sovraccaricare i denti vicini e rendendoli meno stabili. L’area dell’osso in cui si trovava il molare non riceve più stimolazioni per cui comincia a riassorbirsi e diventare più sottile, i denti vicini si piegano, le arcate non combaciano più e non riescono a distribuire le tensioni in modo uniforme durante la masticazione, per cui le articolazioni si infiammano e si comincia a soffrire di frequenti mal di testa e mal di schiena. In sintesi, si genera una reazione a catena che si ripercuote negativamente sul benessere fisico e sulle spese da affrontare, che saranno decisamente più elevate del preventivo ricevuto qualche tempo prima.
Salute: il valore irrinunciabile
In quest’ottica, tornando al concetto di valore, dove collochereste le cure odontoiatriche? La salute è un valore fondamentale, irrinunciabile e prioritario, molto più stabile e importante del piacere che deriva dall’acquisto di un oggetto del desiderio. Davanti al preventivo del dentista valutate attentamente le conseguenze del rimandare. Chiedetegli che cosa comporta posticipare sia in termini di salute e benessere che di spese future. Poi pensate alla lista dei desideri e chiedetevi quale scelta è più in contatto con i vostri valori, quale rinuncia nel lungo termine sarà più difficile da sostenere. E forse sì, dopo un respiro profondo e un sorriso di incoraggiamento a voi stessi, vi accorgerete che la vetrina può attendere.