Il fluoro è un elemento chimico ed è detto anche “oligoelemento” poiché necessario, in quantità minime, per la crescita, lo sviluppo e la corretta fisiologia dell’organismo. È un elemento normalmente presente in natura, per esempio nei minerali di fluorite, criolite e apatite, o sotto forma di fluoruri nelle acque. In piccole quantità lo troviamo anche nei tessuti del nostro organismo, in particolare nelle ossa e nei denti. Il fluoro è utile nella prevenzione della carie, ha una funzione antibatterica ed è coinvolto nel processo di remineralizzazione dei denti.
Fluoro: un minerale fondamentale per la salute orale
Il fluoro è molto importante per la mineralizzazione delle ossa. Infatti, questo elemento facilita e favorisce il deposito di calcio al loro interno, le rinforza e aiuta a prevenire disturbi e patologie gravi come osteoporosi e fratture. Inoltre, produce effetti positivi sui denti:
- promuove il corretto sviluppo dei denti, soprattutto nella prima infanzia;
- è particolarmente prezioso per la corretta mineralizzazione dei denti in via di formazione;
- contribuisce a prevenire la carie;
- rafforza lo smalto e riducendo il rischio di erosione da parte degli acidi e della placca batterica.
I batteri presenti sui denti, solitamente dopo i pasti, attivano la produzione di acidi che sono dannosi per i minerali dello smalto, soprattutto per calcio e fosforo, e iniziano un processo chiamato “demineralizzazione”. A causa di quest’ultima, lo smalto è più debole e può essere attaccato più facilmente dai batteri della bocca responsabili della carie. Però, se il processo di demineralizzazione è all’inizio, può essere invertito. Infatti, il fluoro può ripristinare i livelli normali di fosforo e calcio aumentando la resistenza dello smalto dei denti agli attacchi dei batteri. Questo è il cosiddetto processo di rimineralizzazione dello smalto.
Fabbisogno e alimentazione
L’assunzione giornaliera di fluoro varia in base a differenti parametri, tra cui il sesso e l’età. La quantità ottimale giornaliera per un organismo adulto si aggira tra 1,5 e 4 mg. Per i bambini, invece, è inferiore e varia in base alla fascia di età:
- fino a 6 mesi di vita è di 0,1-0,5 mg al giorno;
- da 6 mesi a 1 anno di 0,2-1 mg al giorno;
- tra 1 e 3 anni da 0,5 a 1,5 mg al giorno;
- tra 4 e 6 anni da 1,0 a 2,5 mg al giorno;
- a partire dai 7 anni da 1,5 a 2,5 mg al giorno.
Il fluoro è contenuto all’interno di numerosi alimenti come: pesce e frutti di mare (in elevate concentrazioni), nel latte e anche in alcuni formaggi, nella carne, nei cereali, nel the, nell’acqua potabile o fluorizzata. Nei vegetali, invece, la concentrazione di fluoro varia molto in base alle caratteristiche del terreno di coltivazione e all’eventuale uso di fertilizzanti.
Cos’è la fluoroprofilassi?
La fluoroprofilassi è un protocollo di prevenzione della carie che avviene mediante la somministrazione di fluoro. Può essere eseguita a ogni età, ma risulta molto importante nel trattamento dei pazienti ancora in fase di crescita. Il fluoro è diventato ormai parte integrante dell’igiene orale di tutti gli individui, grazie all’introduzione di programmi preventivi su larga scala, come la fluorizzazione delle acque, e ai dentifrici di uso quotidiano.
Se necessario, in caso di carenza di fluoro, il dentista può consigliarne la somministrazione secondo due vie:
- Topica: le superfici dei denti vengono esposte a sostanze che contengono elevate concentrazioni di fluoro, come gel, dentifrici e smalti. Queste sostanze non devono però essere ingerite dal paziente quindi, nel caso di bambini piccoli, è bene che i genitori supervisionino.
- Sistemica: l’assunzione costante e regolare avviene per bocca, con gocce, acque fluorate, latte, sale e compresse.
Secondo studi scientifici, ad oggi l’effetto preventivo del fluoro, ottenuto attraverso la via di somministrazione topica, è considerato più efficace rispetto alla somministrazione sistemica. Infatti, l’evidenza scientifica circa l’efficacia della fluoroprofilassi per via sistemica è controversa. Alcune ricerche confermano l’efficacia degli integratori di fluoro nella dentatura permanente, mentre nei denti da latte il grado di efficacia non è ancora stato chiarito.
Fluoroprofilassi: guida all’uso
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stilato un vero e proprio programma di Fluoroprofilassi contenente linee guida specifiche:
- Dai 6 mesi ai 6 anni: si consiglia l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, come indicato sull’etichetta del prodotto, almeno 2 volte al giorno. È bene che non manchi mai un attento controllo da parte degli adulti in quanto i bambini potrebbero ingerire il dentifricio. Inoltre, è importante ricordare che nonostante i collutori contengano basse concentrazioni di fluoro siano sconsigliati prima dei 6 anni a causa dell’alto rischio di ingestione da parte del bambino. Stesso discorso per l’applicazione professionale di gel fluorati, da utilizzare sempre sotto la supervisione dei genitori. Nel caso di soggetti con problemi motori o psicofisici, per i quali l’uso del dentifricio risulta essere oggettivamente difficile, o in individui ad alto rischio di carie, il fluoro può essere integrato, dietro consiglio di un esperto, con l’assunzione di alcune gocce. Dai 6 mesi ai 3 anni 0,25 mg al giorno; dai 3 ai 6 anni 0,5 mg al giorno.
- Dai 6 anni: si consiglia l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, da verificare sull’etichetta del prodotto, almeno 2 volte al giorno e facendo attenzione a non diluirlo. Inoltre, per individui a medio e alto rischio di carie, si suggerisce l’integrazione di fluoro con altre fonti, ovvero gel e vernici fluorati per via topica.
Fluoroprofilassi in gravidanza
La letteratura scientifica non ha un parere unanime sull’utilizzo del fluoro in gravidanza. Alcune ricerche mostrano effettivi benefici e dunque consigliano l’assunzione via sistemica di fluoro a favore del feto e della madre. Altri studi, invece, sono scettici sull’efficacia del fluoro sistemico sulla dentatura del nascituro. Entrambi concordano però sui benefici derivanti dall’uso topico di dentifrici e collutori contenenti fluoro durante il periodo della gravidanza per la salute orale della madre. Infatti, si ritiene necessario e di primaria importanza, incrementare il livello di igiene orale della madre, includendo l’utilizzo di fluoruri topici, con il fine di limitare la trasmissione della carica batteria al nascituro.
Effetti collaterali del sovradosaggio
Se, come detto, una carenza di fluoro può esporre la salute dei nostri denti a rischi, anche un eccessivo utilizzo delle dosi consigliate è dannoso. Un sovradosaggio di fluoro, infatti, può provocare fluorosi: una condizione cronica, causata dall’eccessiva ingestione di fluoro, che determina un’alterata formazione dello smalto. La sua gravita dipende dalla dose, dalla durata e dal periodo di somministrazione. In condizioni normali lo smalto dei denti è traslucido, con una struttura vitreiforme e un colore bianco crema uniforme. Con la fluorosi, invece, generalmente si verifica la comparsa di alterazioni sullo smalto: macchie opache e striature bianche, simmetriche, scolorite e diffuse.
Si potrebbe proprio dire, parafrasando Paracelso, che “tutto è veleno, niente è veleno, conta solo la dose”. La possibilità di ricorrere a integratori, composti, compresse e gel fluorati per migliorare la propria salute dentale, è una prerogativa esclusiva del dentista. Solo dopo aver valutato il grado di rischio carie e lo stato di salute del cavo orale, il professionista potrà prevedere, eventualmente, di ricorrere a questi supporti, avendo cura di indicare concentrazioni, frequenza e posologia.