SaluteMi manca solo un dente: soffro di edentulia?

Mi manca solo un dente: soffro di edentulia?

“Ma dottore, è solo un dente! Dietro per giunta: non si vede neanche”

oppure

“Dottore, non voglio neanche sentire parlare di ponti o impianti, per un solo dente poi!”.

Chissà quante volte i dentisti si sentono rispondere in questo e altri modi di fronte all’evidenza che anche un singolo dente mancante va sostituito. Sicuramente la mancanza di un dente non è paragonabile alla perdita di un organo vitale, è indubbio. Le persone sono sicuramente più preoccupate quando a mancare è un dente anteriore, ben visibile, in grado di compromettere l’estetica del sorriso. Quando a mancare è però un dente posteriore, a volte il problema non si pone nemmeno, perché poco visibile. 

Eppure, conoscete il detto “Per un punto Martin perse la cappa”? Ebbene sì, anche un singolo dente, apparentemente insignificante, può avere un ruolo decisivo all’interno della bocca. Infatti anche quando a mancare è un solo dente si tratta di edentulia.

Che a causare la perdita del dente sia stato un evento traumatico, come aver mangiato un cibo troppo duro, una patologia del cavo orale come la parodontite o altri fattori, la mancanza anche di un singolo elemento dentale non è da trascurare perché potrebbe avere conseguenze sull’equilibrio di tutto il sistema orale che, è importante sottolinearlo, è un organo complesso costituito dai denti nel loro insieme, dalle gengive, dai muscoli, dalle articolazioni e da tutti i tessuti circostanti. La perdita di uno o più elementi dentali prende il nome di edentulia. Può essere edentulia singola, quando a mancare è soltanto un dente, edentulia parziale, quando si assiste alla perdita di più denti, oppure totale, quando si ha una perdita completa dei denti.

Le conseguenze dell’edentulia sulla bocca

Il dente è inserito in sistema più complesso che è il sistema stomatognatico, normalmente identificato con “la bocca”. La perdita di un dente in questo sistema innesca una serie di azioni da parte dell’organismo per sopperire a questa mancanza.

L’osso sottostante la gengiva, per esempio, è costantemente stimolato dalla masticazione e dalla presenza della radice stessa del dente. Perdendo il dente, l’osso perde anche gli stimoli che lo mantengono trofico e inizia a ritirarsi, assottigliandosi. I denti vicini, perdendo il contatto con il dente mancante o edentulo, collassano in direzione dello spazio lasciato vuoto. I denti dell’arcata opposta con lo stesso meccanismo possono muoversi verso il basso o verso l’alto per occupare lo spazio vuoto. Di conseguenza gli elementi dentari si spostano dal loro assetto, generando malposizionamenti.

I denti delle due arcate quindi potrebbero non combaciare più perfettamente, con la possibilità di generare problemi di tipo funzionale. L’edentulismo può dunque avere conseguenze su tutta la bocca.

Le conseguenze dell’edentulia sull’organismo in generale

Diversi studi clinici su larga scala hanno dimostrato che una corretta masticazione non svolge un ruolo importante solo sulla digestione, ma anche sul prevenire deficit nutrizionali e disfagia (difficoltà di deglutizione). La masticazione è fondamentale “nella regolazione dell’attività dell’asse ipotalamo-ipofisario e nella conservazione della funzione cognitiva dipendente dall’ippocampo”. È stata dimostrata, infatti, una forte correlazione tra perdita dei denti, scarsa salute orale e sviluppo di deficit cognitivi e demenza (es. Alzheimer).

L’AIOPl’Accademia Italiana Odontoiatria Protesica – da sempre sostiene questa tesi, sottolineando l’importanza di promuovere e sostenere la cura della cavità orale e il mantenimento dei denti e di una funzione masticatoria adeguata anche per aiutare i pazienti ad invecchiare nel migliore dei modi sia dal punto di vista sociale, alimentare e di conservazione delle funzioni cognitive.

Le soluzioni per risolvere l’edentulia

Il ponte

Il ponte, definito anche protesi parziale fissa perché non è rimovibile, a differenza della dentiera o di una protesi parziale mobile, è una delle possibili soluzioni terapeutiche in caso di edentulia singola. Il suo inserimento prevede il riempimento dello spazio vuoto lasciato dal dente mancante.

È costituito da due capsule, poste alle estremità, che servono per l’ancoraggio sui denti adiacenti, e uno o più elementi intermedi (dipende dal numero di denti mancanti), che sono di fatto i “nuovi denti” che vanno a sostituire i denti edentuli.
Tra gli svantaggi di questa riabilitazione sicuramente vi è il lavoro effettuato sugli elementi dentali adiacenti al dente mancante. Questi infatti vengono limati per accogliere le capsule e svolgere il ruolo di “pilastro”.
Esiste la possibilità di realizzare ponti in diversi materiali: ceramica, metallo ceramica, zirconio-ceramica o porcellana.

Il ponte è consigliato quando:

  • I denti adiacenti a quello mancante sono già piuttosto danneggiati.
  • L’osso si è retratto considerevolmente e ha compromesso la possibilità di eseguire altri trattamenti (es. impianti).
  • Il paziente assume farmaci che influiscono sul metabolismo osseo (antiriassorbitivi, come i bifosfonati o il denosumab) perchè l’integrazione ossea di un impianto diventa più rischiosa.
  • si è in presenza di cattive abitudini come il fumo e la scarsa igiene orale. Queste sono una controindicazione agli impianti dentali, ma dal momento che lo sono anche per le terapie protesiche, le abitudini del paziente devono essere corrette prima di ogni terapia dentale.

L’impianto dentale

L’impianto è un’altra valida possibile riabilitazione in caso di dente mancante, attualmente con denti adiacenti sani è la terapia di elezione delle edentulie singole.

Se la terapia implantoprotesica è correttamente pianificata ed eseguita sembrerà a tutti gli effetti un dente naturale. È costituito da una vite, che simula la radice, e da una corona artificiale. L’impianto viene inserito, attraverso un’operazione chirurgica che avviene nello studio dentistico, forando l’osso e inserendo la vite.

L’impianto può essere particolarmente indicato quando:

  • I denti adiacenti allo spazio vuoto sono sani e si vuole evitare di limarli, compromettendone l’integrità
  • L’osso sottostante è in buone condizioni e svolge la sua funzione di supporto
  • Pur non avendo un buon supporto osseo, il paziente è disposto a eseguire terapie aggiuntive (es. rigenerativa)

Quale soluzione è migliore per me?

Entrambe le soluzioni sono validi rimedi alla mancanza di un dente. Non esiste una soluzione “migliore” in assoluto, anche a parità di condizioni cliniche infatti è il dentista che dopo una visita accurata ed uno studio funzionale e radiografico stabilirà assieme al paziente la terapia migliore. È importante anche valutare quanto i denti vicini si siano spostati con il tempo e se sia indicato rimetterli nella posizione originaria prima della terapia implantare, o se addirittura non si sia, e in alcuni casi succede, ricreato un nuovo equilibrio che può essere mantenuto senza alcuna terapia o con piccole correzioni della funzione e adeguate istruzioni di igiene orale. 

Quando sostituire il dente mancante?

La perdita anche di un singolo dente non deve essere motivo di preoccupazione solo se riguarda i denti frontali. È indubbio che, se ad essere compromessa è l’estetica del sorriso, tutti sono più solerti ad intervenire, ma non va trascurare l’aspetto funzionale, correlato alla salute, e nemmeno quello economico che può derivare dal porre rimedio tardivo alla mancanza di un dente.

È bene valutare precocemente la sostituzione di un dente mancante, ed è ancora più importante effettuare una visita completa nella quale vengano intercettate le cause che hanno portato alla perdita di quel dente, per evitare che se ne perdano altri. Con questa ottica il dentista di fiducia saprà individuare la terapia e il percorso di cura migliore per ogni singolo paziente.

Scopri AIOP – Accademia Italian di Odontoiatria Protesica

Visita il portale di AIOP, Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica, per leggere approfondimenti e articoli sui problemi orali, e per evitare di averne in futuro.


AIOP Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica
AIOP Accademia Italiana di Odontoiatria Protesicahttp://www.aiop.com
L’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP) nasce tra il 1960 e il 1970 con l'intento di promuove la comunicazione scientifica e umana tra professionisti, e diffondere i concetti di salute orale, etica ed eccellenza all’interno delle istituzioni e della comunità civile.

Scopri AIOP

Visita il portale di AIOP, Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica, per leggere approfondimenti e articoli sui problemi orali, e per evitare di averne in futuro.

Denti del giudizio: tutto ciò che c’è da sapere sull’intervento di estrazione

I denti del giudizio, nonché i terzi e ultimi molari, erompono indicativamente tra i 18 e i 25 anni. La loro eruzione, tuttavia, non è così scontata. Non è...

Come ricostruire un dente devitalizzato?

La ricostruzione di un dente devitalizzato (quindi trattato endodonticamente) rappresenta un momento di fondamentale importanza, poiché ne condiziona inevitabilmente la prognosi (la durata all’interno della bocca).

Diabete e parodontite legate da un doppio filo

Che cos’hanno in comune diabete e parodontite? Entrambe possono essere considerate delle pandemie silenziose e dilaganti. Nel mondo 463 milioni di persone (1 adulto su 11) soffrono di diabete. In...

Trattamento Endodontico: cos’è e quando è necessario?

La devitalizzazione, o trattamento endodontico, si rende necessaria quando la polpa del dente è infiammata o infetta.

Quali accorgimenti per avere denti sempre bianchi?

La superficie dello smalto, la parte più esterna del dente, per quanto possa sembrare liscia, in realtà è porosa e assorbe le varie sostanze, che possono quindi modificare il colore (discromia) della dentina.

Scopri AIOP

Visita il portale di AIOP, Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica, per leggere approfondimenti e articoli sui problemi orali, e per evitare di averne in futuro.

error: COPYRIGHT IOVADODALDENTISTA.IT