Osetoporosi e parodontite - Io Vado dal Dentista

Parodontite e osteoporosi: quale correlazione?


Infatti è stato scoperto che spesso, chi soffre di parodontite presenta anche un problema di osteopenia, ovvero uno stato di demineralizzazione delle ossa che le rende più fragili. La perdita di integrità ossea può avere conseguenze sulla cura della parodontite.

Alcuni dati

A soffrire di parodontite sono circa 20 milioni di italiani, mentre l’osteoporosi colpisce 5 milioni di persone.

L’80% di queste sono donne, generalmente over 50, in post menopausa. Oltre allo squilibrio ormonale e alla riduzione della produzione di estrogeni, tipico di questo particolare periodo della vita, altre cause dell’osteoporosi risiedono nella carenza di vitamina D e di calcio.

Con il passare degli anni, infatti, il corpo perde la capacità di produrre vitamina D fondamentale per la salute delle ossa. Ciò accade perchè la sua sintesi naturale avviene principalmente attraverso l’esposizione ai raggi solari, ma la pelle invecchiando riduce la sua capacità di sintetizzarla.

Cos’è l’osteoporosi e quali sono le conseguenze?

L’osteoporosi è una malattia che provoca diminuzione della densità ossea. L’osso normalmente presenta una struttura “ad alveare” e durante la vita ha la capacità di modificarsi. Il tessuto osseo è, infatti, un tessuto biologico plastico, e alcune cellule che lo costituiscono, come gli osteoclasti e gli osteoblasti, provvedono al suo accrescimento e al suo riassorbimento. Nei soggetti con osteoporosi avviene il riassorbimento osseo ma non il suo rinnovamento. Questo perchè vi è una maggiore produzione di osteoclasti, le molecole “distruttici” dell’osso, perdendo massa ossea.

Per questo motivo chi soffre di questa malattia delle ossa presenta dei “buchi” dell’alveare che diventano sempre più grandi. In questo modo l’osso si indebolisce, portando a un sostanziale aumento del rischio di fratture. Nei casi più gravi ogni minimo sforzo può causare fratture anche spontanee, compromettendo in modo sostanziale la vita quotidiana.

Come si diagnostica l’osteoporosi?

La diagnosi di questa malattia può avvenire in vari modi: dalle analisi del sangue, da esami radiografici oppure dall’esame specifico per valutare la densità ossea.

Il MOC, ovvero Mineralografia Ossea Computerizzata, è un esame consigliato a tutte le donne sopra i 65 anni o comunque in età post-menopausa.

Come si previene e si cura l’osteoporosi?

La prevenzione di questa malattia si basa su uno stile di vita sano. Alcuni consigli?

  • eliminare il fumo e superalcolici
  • avere un’alimentazione ricca di calcio
  • avere un apporto adeguato di vitamina D e sali minerali
  • effettuare una regolare attività fisica

Rientra nell’attività fisica una passeggiata quotidiana di 15-30 minuti al giorno. In questo modo è possibile esporre viso e mani alla luce solare e stimolare così la produzione di vitamina D. Questo non è l’unico beneficio: camminare aumenta la massa ossea e aiuta lo scheletro a rigenerarsi da solo. Inoltre il movimento favorisce il coordinamento e la massa muscolare. In questo modo, in caso di caduta, può essere ridotto l’impatto sull’osso.

La terapia per la cura dell’osteoporosi prevede la somministrazione di farmaci appartenenti alla classe dei bifosfonati perchè capaci di inibire gli osteoclasti.

L’assunzione di questi farmaci ha però una grave correlazione con l’odontoiatria. Durante un eventuale intervento di chirurgia orale i pazienti che assumono questi farmaci può avere come conseguenza una osteonecrosi.

L’ostonecrosi è la morte del tessuto che costituisce l’osso causata dalla mancata di irrorazione sanguigna.

L’importanza della Vitamina D

La vitamina D è una sostanza essenziale perché svolge un ruolo importate in molteplici funzioni dell’organismo. La sua funzione più riconosciuta è quella di permettere una corretta mineralizzazione delle ossa e dei denti.

La vitamina D contribuisce a mantenere normali i livelli di calcio nel sangue e diversi studi hanno dimostrato che contribuisce inoltre alla normale funzione del sistema immunitario, potendo contribuire così alla protezione dalle infezioni, incluse quelle del cavo orale. Perciò anche dalla parodontite.

Quali sono le implicazioni dell’osteoporosi in odontoiatria?

Se l’osteoporosi può causare problemi di densità in tutte le ossa, allora anche quelle mascellari sono a rischio. Dunque alcuni trattamenti odontoiatrici potrebbero risultare più difficoltosi.

Se il paziente affetto da osteoporosi è anche un portatore di protesi mobili, a lungo andare, si possono presentare dei problemi di adattamento delle protesi in quanto l’osso tenderà a riassorbirsi.

L’osteoporosi non è una controindicazione assoluta al posizionamento degli impianti dentali, ma è certamente un fattore di rischio per la loro osteointegrazione. Il dentista dovrà quindi prima valutare la situazione clinica globale del paziente e nello specifico la qualità ossea.

Se il dentista riscontrasse una perdita di volume osseo sia della mascella sia della mandibola potrebbe consigliare al paziente un intervento di rigenerazione ossea preventivo. Questa operazione è considerata necessaria per rinforzare le pareti delle ossa e successivamente poter inserire con successo l’impianto dentale.

È necessario eseguire controlli regolari dal proprio dentista di fiducia e non trascurare sintomi apparentemente banali, come il sanguinamento delle gengive. Sarà infatti il dentista a richiedere, se opportuno, esami più approfonditi e scongiurare patologie più gravi, come l’osteoporosi.

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